Nel 2020 a seguito della pandemia di Covid-19 per affrontare collettivamente i problemi che si presentavano per la ripresa delle attività lavorative dei fotogiornalisti abbiamo cominciato a mettere in atto degli strumenti di confronto collettivo culminati nella costituzione, nel mese di agosto, dell’Associazione Fotografi Sportivi AFS. La nostra associazione, il cui statuto è disponibile per chiunque ne faccia richiesta, prevede che per associarsi si debba svolgere l’attività fotografica come unica professione e svolgerla continuativamente in ambito sportivo, oltre ad essere iscritti all’Ordine dei Giornalisti. Su questo punto ci siamo trovati concordi: per impegnarci nella rappresentanza avevamo la necessità di sapere per quali professionalità ci saremmo spesi e abbiamo deciso di farlo per gli unici soggetti per i quali ne valesse la pena, ossia per chi fa dell’attività fotografica la sua unica attività. Questo non vuole assolutamente significare che chi non è iscritto alla nostra associazione non è un professionista, stimatissimi colleghi ancora non ne fanno parte, ma noi lo abbiamo certificato. Ai fini associativi non è inoltre importante la forma in cui si esercita la professione ( lavoro subordinato, stringer, contributor etc.) o attraverso chi avviene la distribuzione delle immagini; il cuore degli interessi di AFS è il fotografo e non l’agenzia, l’editore o altro. Ci preme anche sottolineare che la stragrande maggioranza dei fotografi italiani è freelancer e che il mercato fotografico negli ultimi anni ha visto la trasformazione delle grandi agenzie fotografiche in agenzie di distribuzione di immagini. In questo quadro la distribuzione e la vendita di immagini da parte del fotogiornalista professionista non è quasi mai legata ad un singolo committente. Ad oggi siamo l’unica associazione di giornalisti che periodicamente controlla, affidando la responsabilità ad un soggetto terzo, che l’unico reddito professionale dei propri iscritti derivi da attività fotogiornalistica e fotografica.

OBIETTIVI